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sabato 29 gennaio 2011

Ore una e venti

Ore una e venti, sono qua a letto che scrivo queste righe, o al singolare, poteva essere al singolare. Più' per mania feticistica che per necessita' artistica, o per spirito descrittivo. Nonostante tutto dovrei avere meno paura di vivere lasciando in giro mie tracce, tracce che il più' delle volte sono soltanto immaginarie. Se queste tracce venissero lasciate da qualcuno con un grado di esistenza inferiore al mio, un personaggio letterario, sarebbero comunque più' tangibili di quelle che m'inquieto a lasciare, uno scritto, un account email aperto su un computer che altri potrebbero usare, cose che passerebbero inosservate quasi sicuramente. Se anche esistesse questa possibilità', di cui potrei chiedermi il motivo visto che quasi tutti hanno da fare qualcosa che non riguarda il cercare o il seguire le mie fantasmatiche tracce, tracce che sono perdipiu' difficili a trovarsi, non arriverebbero proprio a niente. Qualcuno, come un giardiniere, lasciando un fiore reciso, avrebbe molto di piu' da temere al pensiero che qualcuno vedendo il gambo di una rosa solitaria, tranciato a meta', avrebbe da temere più' lui di me, al pensiero che il casuale spettatore di tale visione potesse pensare ad una minaccia.