Il biliardo del mio bar
le palline che vengono spaccate
una voce come fitta mi percorre
non son capace di giocare
gli dico
ma gioco
Claudi é un po´tesa
avrei da festeggiar e quasi glielo dico
oggi soffro un po´il freddo
mi sa che é stato stare troppo in internet
fiacca il computer
ma no forse ha solo troppo da lavorare
troppe cose su cui scommettere
scrivo come chiacchero
avrei voglia di farlo ma non succede
in tedesco non é lo stesso
Servet non mi ha risposto
inizio a pensar che Facebook mi porti sfiga con le donne
ora peró ricordo che mi sembra un anno fa
invece era ieri
il ristorante, il calore di aver un lavoro che inorgoglisce
anche nel sentirsi spezzati
dal troppo stare in piedi, dalla poca aria aperta, dal mangiare male e dal digerire peggio, da questa cucina che é stretta che sembra impossibile, dall´odore del fondo di carne che ti si impiastra nelle mani, dai tagli che scopri solo quando ci cade sopra del sale.
Ecco, diffidenza...Sonja , cercavo la parola da oggi pomeriggio, Sonja é un po´diffidente, in generale dico, ma non lo dá a vedere, non mi guarda mai negli occhi.
Peró stasera devo ringraziare una cinese di 44 anni (ne dimostra dieci di meno) che lavora in Belgio in qualcosa che ha a che fare col marketing ed é venuta al workshop di butoh. Devo aggiungere altro? Ah, sí é stata gentile, semplicemente.
Onionenka più che nata direi che è stata generata, per partenogenesi, ha conosciuto il mondo nell' estate 2008, qualcuno ha spinto perchè esistesse, ma è il caso che ha voluto che sopravvivesse; una gamba si chiama LIVE ableton 7, un braccio si chiama violoncello, un' occhio si chiama spartito, la schiena si chiama microfono e per orecchie due cuffie
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venerdì 17 dicembre 2010
mercoledì 15 dicembre 2010
il giallo della mia birra
é un pianeta distante
mi riporta a quell´ora
io ubriaco e levitante
é un pianeta distante
mi riporta a quell´ora
io ubriaco e levitante
sabato 11 dicembre 2010
e l´era tard
mi son cancellato
che stavo scrivendo
di altro non postato
prendo a ballar tango
che stavo scrivendo
di altro non postato
prendo a ballar tango
sabato 4 dicembre 2010
nel colare immane
mi riscaldo
dal vento di questi giorni
mi riscaldo
dal vento di questi giorni
mercoledì 17 novembre 2010
mi faccio trasportare da un fiume fangoso
la corrente non é forte
e nel profondo é caldo
la corrente non é forte
e nel profondo é caldo
lunedì 15 novembre 2010
per amputazioni
si diventa adulti
sangue scorre
e il suo odore
tende i nostri muscoli
si diventa adulti
sangue scorre
e il suo odore
tende i nostri muscoli
giovedì 11 novembre 2010
finalmente
cretino dondolo
che altro non so fare
cretino dondolo
che altro non so fare
martedì 9 novembre 2010
dietro una cartolina
mi trovo
dietro un bicchiere
mi difendo
dietro un bancone
mi guarda
sottile la barista
mi trovo
dietro un bicchiere
mi difendo
dietro un bancone
mi guarda
sottile la barista
domenica 7 novembre 2010
in una sala da ballo
in un
tondo
tendo
tanto
del mio imbarazzo
tondo
tendo
tanto
del mio imbarazzo
sabato 30 ottobre 2010
riemergo
nuotando sul pelo
dell´acqua
davanti a un bicchiere
troppo presto vuoto
sbadiglia
una solitudine simile alla mia
sola sbadiglia
un sorso
e il suo tavolo si riempie
nuotando sul pelo
dell´acqua
davanti a un bicchiere
troppo presto vuoto
sbadiglia
una solitudine simile alla mia
sola sbadiglia
un sorso
e il suo tavolo si riempie
domenica 24 ottobre 2010
ecco
Una barista...
il mio inciampare
senza intralci
tra due boccali
e una matita in bocca
il mio inciampare
senza intralci
tra due boccali
e una matita in bocca
ieri
alle volte proprio non so
e infatti vado avanti
bisogna rinascere clown
persino in cucina
di lingua tedesca
d´autismo freddo
del non capire
ma anche del trovare
tra le righe un contatto
dopotutto
domani taglio la barba
e infatti vado avanti
bisogna rinascere clown
persino in cucina
di lingua tedesca
d´autismo freddo
del non capire
ma anche del trovare
tra le righe un contatto
dopotutto
domani taglio la barba
mercoledì 20 ottobre 2010
tiro bestemmie
che mandano al cielo
un bacio che mi lascia lí
tra i denti stretti
e il bello che mi circonda
che mandano al cielo
un bacio che mi lascia lí
tra i denti stretti
e il bello che mi circonda
sabato 16 ottobre 2010
Stamattina
Stamattina mi vien da chiedermi: ma se sapessi di avere il cancro, ovvero se avessi la certezza di dover morire entro un tempo relativamente breve, starei seduto davanti a uno schermo a scrivere cose per un blog che non legge nessuno?
venerdì 15 ottobre 2010
Ahrensfelde - capolinea
qui finisce la S
non credevo potesse
qui finisce Marzahn
o rabbioso povero can
qui finisce Berlino
qui vedo il suo diminutivo
non credevo potesse
qui finisce Marzahn
o rabbioso povero can
qui finisce Berlino
qui vedo il suo diminutivo
lunedì 11 ottobre 2010
traduttore per forza
oggi ho comprato tutta l´opera di kafka in tedesco, solo venti euro, beh per smentire mia madre che dice che fa venir la depressione vi scrivo un racconto e ve lo traduco:
Die Bäume
Denn wir sind wie Bäumstämme im Schnee. Scheinbar liegen die glatt auf, und mit kleinem Anstoß sollte man sie wegschieben können. Nein, das kann man nicht, denn sie fest mit dem Boden verbunden. Aber sieh, sogar das ist nur scheinbar.
Gli alberi
Quindi siamo come tronchi d´albero nella neve. Apparentemente si appoggiano esili, e un piccolo colpo li puó spostare. Al contrario, ció non puó essere, poiché sono legati forte al suolo. Peró guarda, anche questa é solo apparenza.
Die Bäume
Denn wir sind wie Bäumstämme im Schnee. Scheinbar liegen die glatt auf, und mit kleinem Anstoß sollte man sie wegschieben können. Nein, das kann man nicht, denn sie fest mit dem Boden verbunden. Aber sieh, sogar das ist nur scheinbar.
Gli alberi
Quindi siamo come tronchi d´albero nella neve. Apparentemente si appoggiano esili, e un piccolo colpo li puó spostare. Al contrario, ció non puó essere, poiché sono legati forte al suolo. Peró guarda, anche questa é solo apparenza.
A vuoto
Chissà quando finirà, mi chiedo, questo camminare avanti e indietro per casa, fumando sigarette, con una birra scura appoggiata sulla lavatrice. Sono momenti che ho ripetuto all'infinito, mentre continuavo a farmi la stessa domanda: quando finirà?
Dopo un giro a vuoto a Vignola, la bibilioteca al lunedì apre alle quattordici e trenta, ritorno a casa per prendere la borsa del nuoto e ripartire per Modena, per la Delfini. Appena ripartito, ho guardato il contachilometri e ho visto che stamattina avevo già fatto quaranta chilometri. Adesso sono seduto a uno dei lunghi banchi del primo piano della Delfini, di fronte a due adolescenti brufolosi e inquieti, più lontano una ragazza legge Schopenhauer come educatore, una ragazza con un giubbotto di pelle e uno sguardo un pò scazzato, ma vivo. Ho un pò caldo con la maglia che porto indosso, una maglia verde di cotone, di maglia grossa, con la cerniera. Una maglia che mi piace. Mi è arrivata l'altro giorno assieme a degli altri vestiti che ho comprato su un sito internet.
La ragazza si alza, con garbo sistema la sedia e se ne và. Si vedeva benissimo che stava li a leggere solo per posa. I ragazzi che ho di fronte sembrano essersi calmati, quindi posso iniziare a leggere.
Oggi mi stavo dicendo, a vedermi dal riflesso dei vetri della porta a spinta, mi sembro un pò gonfio, forse per il lascito della cena dell'altra sera, ma più per il calzone scadente di ieri. Che poi non ero veramente gonfio, mi sembrava solo, anzi quando mi sono visto nello specchio del bagno ero bellissimo. Solo che mi sono visto per poco.
Adesso non mi trovo più davanti i due adolescenti, di cui uno era in preda ad un'agitazione perenne che lo faceva muovere in continuazione e tossire ed essere veramente fastidioso, quasi volontariamente.
Per un attimo mi sono fermato a guardare i visi delle ragazze che ho di fronte, nell'altro tavolo, e poi alzando lo sguardo, fisso per qualche tempo le vetrate, le due grandi finestre ad arco sulla parete di fronte, attraverso cui si vedono la facciate e le finestre di un altro edificio, di nuovo attraverso le quali, come in una specie di carillon, compaiono alternativamente delle figure (un uomo, una donna delle pulizie?); per poi scomparire.
Dopo un giro a vuoto a Vignola, la bibilioteca al lunedì apre alle quattordici e trenta, ritorno a casa per prendere la borsa del nuoto e ripartire per Modena, per la Delfini. Appena ripartito, ho guardato il contachilometri e ho visto che stamattina avevo già fatto quaranta chilometri. Adesso sono seduto a uno dei lunghi banchi del primo piano della Delfini, di fronte a due adolescenti brufolosi e inquieti, più lontano una ragazza legge Schopenhauer come educatore, una ragazza con un giubbotto di pelle e uno sguardo un pò scazzato, ma vivo. Ho un pò caldo con la maglia che porto indosso, una maglia verde di cotone, di maglia grossa, con la cerniera. Una maglia che mi piace. Mi è arrivata l'altro giorno assieme a degli altri vestiti che ho comprato su un sito internet.
La ragazza si alza, con garbo sistema la sedia e se ne và. Si vedeva benissimo che stava li a leggere solo per posa. I ragazzi che ho di fronte sembrano essersi calmati, quindi posso iniziare a leggere.
Oggi mi stavo dicendo, a vedermi dal riflesso dei vetri della porta a spinta, mi sembro un pò gonfio, forse per il lascito della cena dell'altra sera, ma più per il calzone scadente di ieri. Che poi non ero veramente gonfio, mi sembrava solo, anzi quando mi sono visto nello specchio del bagno ero bellissimo. Solo che mi sono visto per poco.
Adesso non mi trovo più davanti i due adolescenti, di cui uno era in preda ad un'agitazione perenne che lo faceva muovere in continuazione e tossire ed essere veramente fastidioso, quasi volontariamente.
Per un attimo mi sono fermato a guardare i visi delle ragazze che ho di fronte, nell'altro tavolo, e poi alzando lo sguardo, fisso per qualche tempo le vetrate, le due grandi finestre ad arco sulla parete di fronte, attraverso cui si vedono la facciate e le finestre di un altro edificio, di nuovo attraverso le quali, come in una specie di carillon, compaiono alternativamente delle figure (un uomo, una donna delle pulizie?); per poi scomparire.
venerdì 8 ottobre 2010
fango terra
che cicatrizza tampona concima
anche dagli insetti posso prendere un pó di vita
che cicatrizza tampona concima
anche dagli insetti posso prendere un pó di vita
at-torto
riprendo
a trovare tarme
a tendere il mio stare
riprendo
a trovare tarme
a tendere il mio stare
giovedì 30 settembre 2010
Aspetta
Puó essere come no
incantato sorpreso
una birra e torneró
incantato sorpreso
una birra e torneró
giovedì 23 settembre 2010
equilibrio
rovesciando
tra un osso e l'altro
il centro
del mio abbandono
tra un osso e l'altro
il centro
del mio abbandono
venerdì 17 settembre 2010
Hoplà!
Il capitombolo dei passi
nei pensieri spersi
improbabili rivoli
stamattina
Ieri Klaus, appena conosciuto, ad Hackescer Markt mi ha detto che ottobre quest'anno è arrivato a metà settembre; stamattina è così sento il peso delle mie ossa, vedo sotto un apparente luce di ragionevolezza la durezza di questa città, la sua dismisura intrinseca. Intravedo i suoi cuori pulsanti, le sue varie figure di follia più o meno internate, ma arrivarci non è così semplice; semplice è arrivare alle sue presunte rappresentazioni, ma ieri sono passato da Moabit in un caffè di turchi dove si gioca ad un gioco d'azzardo ed è vietato entrare ai minori di 18 anni; c'è, c'è, è solo lì da stanare....
mercoledì 15 settembre 2010
una brutta giornata
intanto accetto
il buffo
a salvare
il resto del pianto
il buffo
a salvare
il resto del pianto
domenica 12 settembre 2010
salve
appena entrato
piuttosto esaurito
per non aver afferrato
ancora
le chiavi del mostro
piuttosto esaurito
per non aver afferrato
ancora
le chiavi del mostro
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